mercoledì 1 agosto 2007

Navigazione che passione...e sono 3

continua da navigazione 2...

la carvovana a questo punto si dirige verso un ristorante locale. Non un cinque stelle, ci tiene a precisare la guida, ma devo dire molto carino e caratteristico. Per i più schifiltosi (Gaetano e Ulla) il posto fa storcere un pò il naso, ma a me piace. Un chiosco con prato su cui cammina un cammello portato dal suo conduttore, una coppia di ragazzi che tiene al guinzaglio un leone, nell'aria un buon profumo di carne arrostita e cipolla fresca Ci mostrano i nostri tavoli...sotto una pagoda in vimini attraverso cui filtra qualche timido raggio di sole. Il caldo è all'apice, ma li sotto si sta benino anche grazie ai ventilatori. Devo dire che le poltrone dove ci fanno accomodare, richiamano alla mente immagini di piattole e peli pubici...ma non ci pensiamo e guardiamo nel sacco dove panini e crackars ci attendono. Pochi minuti e già dobbiamo andar via. Giusto il tempo di dare una sbirciatina al luogo e capire che in realtà di fianco a dove eravamo seduti c'era una festicciola in piscina con balli e danzi di gente del luogo. In un batter di ciglia siamo fuori e solo allora mi rendo conto che l'ingresso è piantonato da guardie private in borghese armati di mitra. Mmmm. Ci dirigiamo velocemente verso Saqquara. il tragitto stranamente passa sempre lungo un canale di acqua putrida dove bambini egiziani fanno il bagno e contemporaneamente gettano cadaveri di animali e immondizie. Arriviamo a Saqquara, la piramide a Gradoni fa capolino tra le dune. La cosa che mi colpisce è il contrasto fortissimo del Verde dei palmeti che confinano con la zona archeologica e il giallo del deserto in cui si trova la piramide. Qui i datteri sono fonte di guadagno e quindi le palme sono veri e propri alberi da frutto. I datteri che matureranno a settembre sgorgano copiosi da sotto le alte fronde. Ma si arrriva. La guida decide di farci un regalo. Una visita fuori programma all'interno della piramide. Per accedervi bisogna attraversare uno stretto cunicolo in discesa i cui gradini non sono altro che barre di metallo inchiodate a del legno a formare una struttura tipo manico di chitarra. Si incomincia a scendere. Io sono il primo a tornare indietro. Fallimento. Non ce la faccio. Claustrofobia. Subito dopo di me Lella e Ulla. Gaetano e Flavia, invece ce la fanno. Allora spunta nella mia mente un orgoglio sconosciuto. Mi spoglio della zavorra e vado; porgo il culo all'oscurita. e comincio a scendere la scala all'indietro in modo da non vedere il buio. Ce la faccio. Mi ritrovo dopo qualche minuto in una stanza 3 metri per 2 in cui si può stare in piedi. Ma la sorpresa è un altra. Per raggiungere il sarcofago bisogna attraversare un cunicolo lungo 17 metri alto 1 metro e venti. Cioè bisogna percorrerlo piegati a 90 gradi!!!Non potevo mollare. Ma la claustrofobia aumentava. Mi butto lo percorro goffamente, sembra interminabile. Ma ce la faccio. Devo dire che però ne è valsa la pena. Vedo geroglifici scolpiti molto belli. Ma il battito carddiaco è alle stelle. La claustrofobia è sempre presente anche perchè le stanze sono molto piccole il senso di sgomento è forte. Mi faccio forza e mi dirigo verso l'uscita. E' fatta. Una fanta esperienza. All'uscita altri fantastici geroglifici ci attendono. Nel caldo mortale delle 15 di un pomeriggio egiziano qualunque. Mai restaurati prima, questi geroglifici appaiono ancora oggi colorati e chiari nella definizione. Scene di vita, di pesca, di caccia. Mi colpisce la raffigurazione della navigazione. Con le navi, verso nord si andava a remi verso sud con le vele...o viceversa. Non sapevano navigare di Bolina. Il caldo ormai ha fatto dei nostri cervelli delle omelette. CI ridirigiamo ai pullman. Verso L'ultima tappa. Il colosso di Ramsete.
a Menphis, ex capitale dell'egitto. Entriamo ed è subito spettacolo. Il colosso è veramente eccezionale. Ben conservato e curatissimo. é enorme. E pensare che sti spettacoli hanno più di 4000 anni....si ritorna al Cairo. Shopping. Solite cose già viste. Ma compriamo compriamo compriamo. Papiri scarabei ma soprattuto Cartigli. Quelle targhette con sopra il nome in geroglifico...belli.
Il viaggio di ritorno alla nave è quasi tutto un sonno. Interrotto da immagini di vita egiziana. Devo dire e non esagero che il degrado e la sporcizia non sono superiori a certi quartieri popolari di Napoli. L'unica vera differenza sta nella povertà di alcune persone rispetto ad altre, alle priorità della vita, e soprattutto la polvere causata da un caldo secco che corrode.
una Giornata da Incorniciare, comunque. Fantasmagorica. Solo con l'ausilio di viaggi organizzati si può fare, anche se a volte sembrano una palla, ma il fatto che ti prendono con mano e ti portano in giro ti fa sentire tranquillo anche se sei un ansioso del cazzo come me.

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